Passione Zito 1950

Da bambino, seduto accanto a mio nonno, nel suo laboratorio, passavo ore ad osservare, mentre lavorava al tornio per costruire o ricostruire parti di orologi. Qualche volta, in verità, lo infastidivo con i miei tanti come e perché.
Quando non ero con lui, la vittima era mio padre, che assillavo, distogliendolo dal delicatissimo impegno di smontare, rimontare, assemblare, modificare i movimenti degli orologi.
L’evoluzione tecnologica, le mode e la nascita di nuovi materiali mutano fortemente la tecnica orologiaia e l’orologeria in genere. La meccanica viene fortemente condizionata e ridimensionata dall’elettronica.
Alcuni marchi, negli anni '60, provano ad inserire lo scappamento di plastica in un movimento metallico, colorando le parti per evidenziarle.
Il bilanciere prende energia da una batteria invece che da una molla. Poi arriva il quarzo. Qualcuno dice, però, che la differenza fra un orologio meccanico ed uno al quarzo è la stessa che esiste fra un ritratto ad olio ed una fototessera.
Anche il telefonino, con migliaia di funzioni ed applicazioni, ruba il mestiere all’orologio, sottraendo ai più giovani persino il gusto del gesto di sbirciare sotto la manica della camicia il tempo che passa.
Il cinturino, che è un accessorio importante dell’orologio, vede la luce dopo la prima guerra mondiale.
L’orologio da tasca era scomodo per i militari. Ad esso viene aggiunto un anello nella parte inferiore in modo da consentire ad una striscia di tessuto di fermarlo al polso.
Una vera rivoluzione.
Ma torniamo alla mia famiglia. Il primo negozio viene aperto nel 1945 a Scalea, piccolo borgo della riviera dei cedri. Le vetrine, con pochi orologi esposti. Deliziosi dolcetti preparati da mia nonna per accogliere i clienti, in modo diverso e familiare e con un pizzico di... amore.
Occorre amore e passione, infatti, per credere in un progetto e per realizzare un sogno. Da ragazzo ho sempre guardato al futuro con entusiasmo e amore.
I miei sogni erano molto incentrati in un tic-tac familiare e forse già immaginavo uno ZITO1950, al polso o nel taschino di persone che hanno gusto, forza, capacità di sognare e, perché no, di... amare.

Godete il tempo

                                                                  Luigi Antonio Zito